Agenzia Entrate: spese di vitto e alloggio, per imprenditori e professionisti ok alla deducibilità dell'Iva non detratta per mancanza della fattura
Strada aperta per gli imprenditori e i professionisti che
vogliono dedurre l'Iva non detratta sulle spese di vitto e alloggio non avendo richiesto le relative fatture. La scelta di optare per lo scontrino o la ricevute, infatti, può
essere giustificata da valutazioni legate alla maggior convenienza economica. Si può, di conseguenza, riconoscere all'iva non detratta per mancanza della fattura la natura di
"costo inerente" all'attività esercitata e, quindi, la deducibilità ai fini delle imposte sui redditi.E' il passaggio chiave della circolare n.25/E di oggi, con cui l'Agenzia
delle Entrate detta ulteriori chiarimenti sulla deducibilità dell'Iva pagata sulle prestazioni alberghiere e di ristorazione. In particolare, il documento di prassi ricorda
che, a seguito delle novità introdotte dalla manovra d'estate del 2008 (Dl 112), è venuta meno l'indetraibilità oggettiva dell'Iva relativa a queste prestazioni, con la
conseguente indeducibilità del tributo da Irpef o da Ires. Una circostanza, quest'ultima, che può venir meno quando l'imprenditore e il professionista - sulla base di
valutazioni di convenienza economico-gestionale- optano per lo scontrino o ricevuta al posto della fattura, decidendo così, di non detrarre l'Iva pagata per "vitto e
alloggio". E' il caso in cui i costi da sostenere per eseguire gli adempimenti Iva connessi alle fatture sono considerati superiori al vantaggio economico costituito
dall'importo dell'Iva detraibile. |
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