Ugl informazione: quali ricadute per il piano industriale della Rai?

Il Piano Industriale della RAI presentato in questi giorni, conferma tutte le perplessità ed i timori che il Sindacato aveva espresso all’indomani dell’incontro avuto il giorno 11 ottobre con il Direttore Generale.
D’altra parte non sorprende che le scelte di politica industriale, condizionate troppo spesso da fattori estranei alle logiche aziendali non potessero che produrre gli effetti oggi conclamati.
Apprendiamo che il Piano prevede stanziamenti per le nuove tecnologie: il digitale terrestre (Dtt) per una copertura pressoché totale del territorio e canali ad esso dedicati, il potenziamento della TV “on line” (internet), la TV sul cellulare (DVB-H), il potenziamento della diffusione su satellite, sono indubbiamente scelte strategiche inderogabili. Il servizio pubblico non può e non deve segnare il passo, pena una continua e progressiva marginalizzazione di fronte a competitor europei ed internazionali sempre più aggressivi.
Se però volgiamo lo sguardo alle recenti esperienze non possiamo ignorare che iniziative definite a suo tempo cruciali, non hanno prodotto i successi sperati. Emblematico è il caso di “Rai Utile”, canale pensato e nato per il digitale, la cui missione sembra miseramente fallita. I canali “Rai Educational”, “Rai News 24”, “Raisport Sat”, ed altri hanno raggiunto percentuali di audience da prefisso telefonico. “Rai International” rete finanziata dallo stato che in attesa di rilancio con progetti faraonici quanto velleitari, ha pensato bene, come prima cosa di spegnere le trasmissioni radiofoniche per l’estero, eliminando in tal modo l’unica voce radiofonica pubblica della Rai in ambito internazionale.
Apprendiamo che il deficit tendenziale del triennio 2008-2010 assumerebbe un valore preoccupante per cui necessita razionalizzare le risorse, far cassa. In virtù di questo imperativo si riaffaccia l’ipotesi di cedere (chissà se al miglior offerente?) gli assets strategici aziendali. La ricerca di un operatore di rete unico o la cessione di Rai Way ritornano a far parte, a distanza di sei anni, dei piani aziendali.
Risulta altresì in maniera inequivocabile che la razionalizzazione interesserà in maniera non marginale le Risorse Umane dove sono previsti sensibili risparmi con pesanti ricadute sui lavoratori.
A fronte di queste fosche previsioni la UGL lancia l’allarme. Non è con manovre di bassa macelleria che si risana la Rai! Sacche di inefficienza e sperperi non sono imputabili a chi con spirito di sacrificio quotidianamente assolve il proprio lavoro. Coloro che con oltraggiosa esibizione e forti di coperture politiche hanno operato scelte discutibili restando impunemente ancorati alla loro poltrona dirigenziale né hanno piena responsabilità. Quante volte, anche di recente, la UGL ha denunciato scelte gestionali più che opinabili, quante produzioni sono state completamente esternalizzate, lasciando il personale interno, di provata e riconosciuta professionalità, completamente inutilizzato! Sappiamo, e gli organi di stampa né danno puntuale conferma, che il padrinaggio politico attinge a piene mani nel paniere Rai, trasformato ormai in colabrodo.
Non è compito del Sindacato entrare nei meccanismi delle dinamiche aziendali. Qualsiasi manovra posta in essere per il rilancio della Rai, per ribadirne la leadership, per riaffermarne il ruolo centrale di Servizio Pubblico, non potrà in alcun modo prescindere dalla piena valorizzazione delle sue risorse, intendendo per esse soprattutto l’enorme bagaglio di professionalità e di esperienze dei suoi dipendenti.
Sono queste le leve vincenti, occorre consapevolmente saperle utilizzare.
Alla luce di cui sopra, la UGL Informazione si riserva di intraprendere tutte le iniziative che verranno ritenute necessarie per la salvaguardia del servizio pubblico Radiotelevisivo e dei suoi Dipendenti

Fabrizio Tosini
Segretario nazionale Ugl Informazione

 

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