e- mail : francescoceglie@tin.it - ugltelecomunicazionipuglia@hotmail.it – tel. 3316029708

Nella discussione sullo sviluppo della rete di nuova generazione si deve considerare che la domanda e l’offerta dei servizi a banda larga presentano nel nostro Paese caratteristiche peculiari. Sotto il profilo dell’offerta, in Italia la larga banda si è sviluppata principalmente grazie al mercato. La mancanza di una precisa pianificazione politica e la presenza di un piano per le reti di nuova generazione che tuttavia non presenta iniziative concrete di particolare rilievo, hanno fatto sì che gli investimenti in infrastrutture siano stati ad oggi di derivazione prevalentemente privata. Per questo motivo, qualunque discussione sulla realizzazione di nuove infrastrutture deve vedere il costante coinvolgimento del mercato. Dal lato della domanda, la peculiarità è nel basso tasso alfabetizzazione informatica degli italiani, principalmente dovuta alla composizione demografica della popolazione che trova negli anziani utilizzatori poco inclini alle nuove tecnologie. Anche guardando fuori confine, e soprattutto alla politica della Commissione europea sulle reti di nuova generazione, non ci sono spunti particolarmente interessanti. La bozza di Raccomandazione sulle Next Generation Access Networks (NGAN), a giudizio di importanti Associazioni (ETNO, ECTA e in parte anche ERG) presenta un modello considerato oramai non più adatto al mondo attuale e ancora figlio di un vecchio modo di intendere la regolamentazione. Ciò è in parte dovuto al processo decisionale delle Istituzioni comunitarie ed al coinvolgimento dei singoli Stati Membri. Considerando che la normativa comunitaria si riflette direttamente sugli ordinamenti nazionali, occorrerebbe che i singoli Stati partecipassero maggiormente ai processi normativi comunitari e non si limitassero a subirne gli effetti. Questo vale in particolar modo per l’Italia, dal momento che la bozza di Raccomandazione è portatrice di un approccio regolamentare più affine ai mercati europei caratterizzati da un maggior grado di concorrenza infrastrutturale. In Italia, invece, il mercato è stato a lungo monopolistico e la politica italiana ha mancato nel portare le problematiche domestiche nei processi decisionali comunitari. Se in passato si è sofferto poco della scarsa rappresentazione delle peculiarità italiane nel processo di formazione comunitario delle regole, oggi, con il possibile ingresso dello Stato negli investimenti, questo difetto di partecipazione risulta particolarmente grave. N. D’Angeloª Next Generation Access Networks: prospettive di sviluppo in Italia 30/09 a. Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Next Generation… N. D’Angelo 2 Un altro tema che considero importante è quello del rapporto tra le Autorità di regolazione ed il Governo. Sebbene in un dato momento storico ci si sia illusi che il ruolo delle Autorità di regolazione fosse esaurito a favore delle politiche antitrust, è chiaro che nel momento in cui lo Stato deve finanziare gli investimenti occorre mantenere un soggetto istituzionale neutrale che garantisca l’evoluzione del mercato con regole certe. Il paragone con le autostrade o il settore ferroviario deve essere posto con cautela, poiché in questi settori si è sviluppata una concorrenza molto differente da quella del mercato delle telecomunicazioni: ciò implica che l’intervento statale debba essere molto attento e ponderato, nonché avvenire sotto l’occhio attento di un organismo istituzionale terzo. È per questo che le Autorità di regolazione non dovrebbero mai fare politica industriale, poiché laddove ciò avviene, queste perdono la propria indipendenza e neutralità ed entrano a far parte di processi ad esse estranei. Nel mondo delle comunicazioni, dove sulla rete NGAN viaggia l’informazione con conseguenze sui processi democratici e sul pluralismo, le Autorità devono più che mai astenersi da qualsiasi tentazione di fare politica industriale, limitandosi a fissare regole chiare e durature nel tempo. Le Autorità devono poi creare fiducia negli utenti. Il settore delle comunicazioni è quello maggiormente esposto alle critiche delle Associazioni dei consumatori e dei consumatori stessi. Scrivere una regola significa creare un effetto di conformazione sul mercato. Regolare è un procedimento delicato e il compito delle Autorità di regolazione è quello di definire norme su cui possano svilupparsi le tecnologie che, a loro volta, influenzano direttamente le caratteristiche del mercato e quindi le abitudini di consumo degli utenti. Per fare un esempio, se una rete è aperta o meno all’unbundling non è un aspetto solo tecnologico ma impatta anche sulla struttura dell’intero mercato, della regolazione e delle possibilità di scelta dei consumatori. Per questo motivo, occorre guardare con preoccupazione al ruolo delle Autorità “indipendenti” nella politica industriale poiché, ove questi interventi siano sostanziali, si rischia di perdere la neutralità nella regolazione e nella vigilanza a danno degli operatori e dei consumatori. Compito dell’Autorità è quindi quello di aprire il mercato, dando la possibilità d’ingresso a nuovi operatori e vigilando sull’applicazione delle regole. Ad esempio, l’esclusione dall’assegnazione del digital dividend ai servizi di accesso a larga o larghissima banda inciderà negativamente sullo sviluppo del mercato dei servizi broadband e sulla copertura del digital divide. Non è un caso che la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sul tema. Ancora, mentre nel caso del Wi-Max le aspettative generate dalla tecnologia non hanno avuto riscontro nella pratica Next Generation… N. D’Angelo 3 commerciale, nella telefonia mobile le aperture del mercato hanno prodotto uno dei mercati più dinamici del mondo. Nell’ottica di sviluppo di nuovi servizi, dovrebbe infine essere avviata una seria riflessione sul mercato dei terminali e sul ruolo che essi possono giocare nello sviluppo della competizione e dei nuovi servizi. Ad oggi, una delle principali leve per lo sviluppo delle nuove infrastrutture è data dai devices, e su questo in Italia c’è scarsa sensibilità. Ritengo quindi che qualunque investimento nelle reti di nuova generazione non possa prescindere dal favorire la nascita di competenze e lo sviluppo di un’industria dei terminali nel nostro paese, anche attraverso la creazione di un polo tecnologico.

e- mail : francescoceglie@tin.it - ugltelecomunicazionipuglia@hotmail.it – tel. 3316029708
Web stats powered by www.wstatslive.com
e- mail : francescoceglie@tin.it - ugltelecomunicazionipuglia@hotmail.it – tel. 3316029708
e- mail : francescoceglie@tin.it - ugltelecomunicazionipuglia@hotmail.it – tel. 3316029708